Modificato l'assetto del bagaglio e
aggiunto qualche indumento pesante, vista la recente esperienza balneare,
siamo partiti alla volta di Kraniska Gora.
Da Sezana abbiamo preso il treno per
Most na Soci e da qui abbiamo proseguito verso Tolmin.
Il treno sloveno per le bici è comodo
ma bisogna caricarle nell'apposito vano, posto ad una discreta
altezza, pur se aiutati dal controllore è meglio scaricare il
bagaglio.
Da Tolmin abbiamo seguito la ciclabile
segnata sulle carte slovene che corre parallela alla strada normale,
pittoresca ma piuttosto stretta e trafficata, stando sulla sponda
opposta dell'Isonzo.
La strada passa per alcuni paesetti ed
è praticamente priva di traffico.
Giunti al ponte di Napoleone ci siamo
fermati a guardare i funamboli del kayak, per continuare poi in
discesa, evitando così di passare per Kobarid, costeggiando il fiume
fino a trovare una strada bianca che con una salita ci ha fatto
sudare parecchio, soprattutto per il clima da foresta amazzonica.
La strada bianca termina sulla strada
asfaltata da seguire fino a Trnovo ob Soci, qui si va verso il
campeggio posto alla fine del paese e oltrepassato il ponte in cavo
d'acciaio, si riprende la “ciclabile”.
La ciclabile qui è messa tra
virgolette perché da qui in poi è veramente poco ciclabile, bisogna
spingere in salita e qualche chilometro dopo aver incrociato un altro
ponte il sentiero è franato, rendendo impossibile il transito con le
bici cariche e pericoloso quello a piedi, costringendoci a ritornare
fino al suddetto ponte e a riportare sulla strada quasi di peso la
bici.
Ovviamente consigliamo di proseguire
sulla strada arrivati a Trnovo a meno che non si
voglia fare del rafting o provare un kayak...
Un avviso dell'impraticabilità della
ciclabile sarebbe stato gradito!
In poco tempo arriviamo a Bovec dove
passiamo la notte.
Bovec è un piccolo centro che ha molte
scuole di kayak, rafting, idrospeed e tutto quello che possa produrre adrenalina e che si possa praticare in questa valle.
Il giorno dopo proseguiamo verso il
passo del Predil, più basso e con minor pendenza rispetto al Vrsic.
La strada che scende dal passo ha una
splendida vista sul lago del Predil.
Arrivando da questa parte non ci sono
indicazioni per la ciclabile Alpe Adria che alla fine troviamo lo
stesso seguendo le indicazioni delle carte slovene; dovrebbe comunque
essere sufficiente seguire le indicazioni stradali per Kraniska Gora
trovando poi i varchi per la ciclabile.
L'Alpe Adria è tutta asfaltata per cui
è frequentata da ogni tipo di utente: dai bambini con la bici con le
rotelle ai “professionisti”, per lo più di una certa età, che
sfrecciano a 50 all'ora con le loro specialissime, sgridando chi non
cede il passo con la dovuta celerità...
Questa ciclabile passando in mezzo a boschi e offre vari servizi di ristorazione e
alloggio, più numerosi dal lato sloveno, fino al bike
park di Kraniska Gora.
Abbiamo approfittato del bel tempo
trascorso in questa località per delle piccole gite nei dintorni
ricchi di carrarecce più o meno semplici ma spesso con un
rifugio/ristorante dove potersi rifocillare.
...dopo un bel giro in bici...
...un po' di refrigerio...
...e un po' di relax!
Abbiamo scelto la ciclabile Alpe Adria
per il ritorno a casa. Il percorso è spettacolare fino a Valbruna,
dove iniziano i viadotti dell'autostrada, facendole perdere parecchio
del suo fascino fino a Pontebba.
A Pontebba inizia la parte più
caratteristica della ciclabile che sfrutta le gallerie e i ponti
della vecchia ferrovia, regalando scorci indimenticabili, assieme a
passaggi piuttosto ripidi per entrare/uscire dal vecchio percorso
ferroviario.
A Resiutta finisce il percorso segnato
in modo impeccabile e inizia un percorso accennato, con adesivi poco
più grandi di un francobollo, che ci conducono con un po' di fortuna
fino a Carnia, dove la mia dolce metà sceglie di finire la gita in
bici per provare il treno, che risulta essere nuovo e molto
pratico per il trasporto delle bici, ogni tanto qualche sorpresa
positiva ci vuole...
Ogni medaglia ha l'altra faccia e qui
abbiamo la stazione ad alta automazione con nessun essere vivente
presente, nessun gabinetto, nessuna fontanella...
Il mio viaggio solitario continua per
strada, vedo un adesivo/francobollo a Udine e nessun altro segno della ciclabile.
Il caldo della pianura non è
divertente ma la mancanza di pendenze fa si che la pedalata non sia
mai dura.
Conto di tornare a cercare la ciclabile
con un paio di occhiali da vista in modo da non farmi sfuggire le
indicazioni...