mercoledì 12 marzo 2014

Ciclabile della Drava 2009

Ecco, il momento è arrivato! Dopo tanti anni passati a pensarci durante le uscite giornaliere abbiamo deciso: diventeremo cicloturisti! Messa così sembra una cosa lungamente meditata per le difficoltà dell'impresa, in realtà si tratta solo di entrare in un negozio e investire qualche centinaio di euro per acquistare i materiali necessari. La scelta di tali materiali però può risultare particolarmente importante durante la vacanza, quando la rottura del portapacchi in mezzo alla campagna austriaca potrebbe rovinarvi la gioia che provano tutti gli altri golosi a passare allo spaccio della Loacker mentre voi siete alla disperata ricerca di un portapacchi nuovo! Evitate perciò il portapacchi da attaccare al tubo reggisella in alluminio, anche se ve lo consiglia il commesso “esperto” di bici: i 10 kg di portata massima incisi sullo stesso sono puramente teorici e non tengono in considerazione ciclabili sterrate e relative sollecitazioni. Non lesinate sulla qualità delle borse e acquistate senza indugi anche il borsello rigido da montare sul manubrio, anche se costa una cifra irragionevole: i problemi che vi porranno tutte le alternative escogitate lungo il tragitto vi faranno pentire di essere stati tirchi e ve lo faranno comunque comprare al ritorno. Altro accessorio importante è il cavalletto, brutto da vedere ma comodo da usare piuttosto che stendere la bici con tutti i bagagli dove avete deciso di fermarvi per fare quella foto lì, oppure quando dovete scendere nella scarpata di rovi perché il paletto che avete usato con estrema cura per appoggiare la bici ha ceduto...Naturalmente deve essere dimensionato e posizionato tenendo in considerazione il fatto che dovrà sostenere anche il bagaglio. Le gomme è meglio siano stradali ma con un battistrada ben intagliato e piuttosto voluminose in modo da poter affrontare senza patemi le ciclabili sterrate. Un gadget che consiglio è il contachilometri, particolarmente utile quando bisogna decidere di fermarsi per la notte, vista la limitata autonomia che si può fisicamente dedicare a questa ricerca dopo una giornata sui pedali. Personalmente amo conoscere anche l'altimetria del percorso, mai pianeggiante come era sembrato, sia per meri fini statistici, sia per giustificare la spossatezza serale. L'indicazione della velocità, filosoficamente estranea all'utilizzo della bici in questo contesto, generalmente non fornisce dati gratificanti. Ovviamente bisogna essere dotati di tutto ciò che il codice della strada richiede, come campanello (fondamentale!), luci, catarifrangenti, etc. Qualsiasi tipo di bici può essere usato per praticare il cicloturismo, ma consigliamo l'utilizzo di una mountain bike, per la sua robustezza e per i rapporti agili particolarmente utili quando si gira con tutta la roba che ti sei voluto portare perché può sempre servire. Il vestiario spazia dallo specialistico al “civile”. Noi abbiamo optato per lo specialistico per la comodità in sella e per l'evidente impossibilità di mimetizzarsi andando in giro con bici cariche di bagagli. Tenda e fornelletto sono i compagni inseparabili del ciclonauta, colui che vive cicloturisticamente il mito on the road, non preoccupandosi di quando è partito né di quando o se tornerà, viaggiatore solitario per aprirsi agli incontri che gli riserva il percorso, pronto ad inanellare giri del mondo per sfamare la sua voglia di viaggio...sì, sì voi ridete ma vi assicuro che le schiere di quelli che vivono così si ingrossano giorno dopo giorno! La digressione sugli errabondi delle due ruote serve ad introdurre la scelta più importante: tenda o non tenda? Abbiamo già capito che gli asceti della bici non ne possono fare a meno. Noi, visto anche il peso e l'ingombro, abbiamo optato per una minore ortodossia e per le pensioni e il materasso. Consci di aver effettuato una scelta vigliacca, consigliamo ai più coraggiosi l'utilizzo più spartano ma più filosoficamente corretto della tenda. Portatevi gli attrezzi e i ricambi che siete in grado di usare e comunque almeno qualche camera d'aria e le pezze per ripararle: qualcuno che ci aiuterà si trova sempre! Due/tre giorni o settimane di viaggio necessitano più o meno dello stesso bagaglio: un completo antipioggia di qualità, per non infradiciarsi col proprio sudore, qualcosa per il freddo, uno o due ricambi per i trasferimenti, qualcosa di “civile” per le uscite serali, un kit per il lavaggio e l'asciugatura giornaliera del vestiario. Chi può (fisicamente) permettersi questa vacanza? Chiunque!!! Non ci sono limiti di età anzi, la maggior parte delle persone che abbiamo incontrato pedalavano verso un'età più che avanzata. Abbiamo incontrato anche neo genitori coi pargoli sistemati negli appositi carrelli, intere famiglie con l'equipaggiamento completo per il campeggio...insomma l'età anagrafica non conta. Non serve nemmeno essere particolarmente allenati se non si pretende di aggredire la strada, lasciando sia lei a dettarci il giusto ritmo, allettandoci con uno scorcio interessante, coi colori, gli odori, i rumori della natura, le difficoltà della salita, l'ebbrezza della discesa, senza l'assillo della meta, godendo il viaggio nella sua interezza. E' possibile anche aggredirla, se il vostro allenamento ve lo consente, viaggiando con solo la meta da raggiungere in testa, a tappe forzate, per fregiarsi di un'altra impresa alle riunioni del venerdì al club. Non esiste il modo giusto di viaggiare in bici, ciò che li accomuna tutti è la scelta del mezzo e la sensazione di libertà che ci fa provare. Libertà di sentire col corpo sensazioni dimenticate: la fatica, l'aria, il calore del sole, la brezza...liberi di godere il nostro tempo. Liberi anche di inzupparci per l'acquazzone improvviso, di barcollare sotto le sferzate del vento, comunque “liberi”, sensazione a cui non siamo più abituati e che potrebbe dare dipendenza, riuscite ad immaginare qualcosa di più appagante? Dopo i preparativi e le scelte filosofiche si può iniziare a pensare al giro
Il progetto Eurovelo vorrebbe unire tutti i paesi europei con dodici piste ciclabili per un totale di parecchie decine di migliaia di chilometri. Il Nord Europa è già molto avanti con le sue piste ciclabili, mentre da noi, dove culturalmente vige la necessità di rappresentare l'opulenza con ingombranti/inquinanti cassoni a quattro ruote, la situazione è meno favorevole, sia come infrastrutture sia come soglia di sopportazione da parte degli elefantiaci compagni di strada. Abbiamo optato quindi per una partenza verso Nord e, appena raggiunta la prima vera ciclabile a Calalzo di Cadore, la sensazione di pericolo vissuta fino a quel momento è svanita. Una particolarità delle ciclabili, di cui ci si accorge piuttosto presto, è che il loro percorso può non essere il più diretto, può anzi succedere che si perda in divagazioni, più o meno divertenti, a seconda del nostro stato di forma.
Questa ciclabile arriva fino a Cortina, da dove parte la famosa Cortina-Dobbiaco con parecchi passaggi suggestivi, come la galleria di servizio al vecchio tunnel ferroviario illuminata artificialmente e il successivo ponte aereo sull'orrido.
Da Dobbiaco parte la ciclabile della Drava che, con un percorso altalenante, mai monotono, prevalentemente sterrato, dopo qualche centinaio di chilometri attraverso Italia, Austria e Slovenia, termina a Maribor. Il primo tratto di questo percorso è molto famoso per l'estrema facilità e per la quantità di attrazioni turistiche che lo costellano e termina nei pressi della stazione di Lienz da dove partono i treni navetta per Dobbiaco.
In Austria ci si rende subito conto dell'esistenza di una rete di piste ciclabili parallela alla normale viabilità, con tanto di sottopassi e ponti dedicati. Lungo le ciclabili si trovano sistemazioni per la notte, locali dove mangiare, un minimo di assistenza, insomma tutto quello che serve per viaggiare senza stressarsi. Anche il servizio ferroviario consente il trasporto bici su molti treni. L'Austria ha investito sulle ciclabili puntando ad incrementare il turismo, ma anche per consentire agli austriaci di sfruttare in sicurezza questo modo alternativo di locomozione.
E' difficile perdersi su di una ciclabile, solo gli attraversamenti delle città possono dare qualche problema. Noi ci siamo presi qualche divagazione lungo il percorso andando a trovare degli amici a Bad Gastein e facendo il giro dei laghi tra Villach e Klagenfurt. La salita che porta a Mallnitz da dove parte il treno navetta per Bad Gastein può essere dolorosa per chi non è allenato, specie se affrontata all'ora di pranzo di una giornata afosa...meno male che circa a metà salita una fontanella ristoratrice attende l'incauto ciclista. Vale comunque la pena soffrire perché Bad Gastein è una cittadina a sviluppo verticale, tagliata in due da una cascata, un po' decadente ma con un fascino fuori dal tempo.
Un altro motivo per venire fin quassù sono le terme che, oltre a rilassare il corpo martoriato dalle pedalate, gratificano il nostro ego: appena entrati vedrete tutti i presenti girarsi verso di voi, facendovi credere in un incredibile potere allenante della bicicletta, capace di trasformarvi in un Tarzan o in una Jane. Il primo specchio incontrato vi rifletterà la realtà bicolore motivo di tutta questa attenzione: la vostra abbronzatura da ciclista, crema e cioccolato per i più avvezzi all'azione del sole e crema e fragola per quelli dalla pelle sensibile. La qualità della pista e la ricettività turistica tendono a diminuire procedendo verso Est, contemporaneamente aumentano le difficoltà altimetriche, per cui la parte terminale di questa ciclabile è per chi si sente ancora le gambe buone e ha voglia di sperimentare un percorso nettamente più avventuroso, con passaggi particolarmente suggestivi, talvolta aerei, rispetto al tratto occidentale. E' meglio informarsi bene se si prevede un rientro col treno, anche perché il servizio “treno+bici” è un po' carente in Slovenia: da Maribor ci sono solo due treni+bici al giorno per Lubiana, entrambi al mattino, mentre dalla capitale ci sono più treni al giorno alla volta dell'Italia e dell'Austria.

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