mercoledì 12 marzo 2014
Tour dell'Istria 2010
Finalmente è arrivato il momento di vedere se tutte le modifiche pensate, progettate ed effettuate durante l'inverno funzionano effettivamente o se sono stati soldi e tempo sprecati.
Il giro in programma sembrerebbe poco impegnativo: il giro dell'Istria. Da Trieste a Pula-Pola ci sono circa 100 km, distanza quasi da gita giornaliera, ma la mia dolce metà ha pensato un percorso più articolato, che passa per l'interno molto vallonato della penisola istriana.
Come sempre nel caso delle gite verso est l'appuntamento è al bar G, luogo deputato alle nostre partenze e all'arrivo per molti altri...
La pista ciclabile transfrontaliera “Parenzana” finanziata con fondi della comunità europea per circa 4.000.000 di euro manca di una piccola parte, stranamente quella italiana...
Tocca perciò raggiungere la parte slovena presso il valico autostradale di Rabuiese, con un percorso a zig-zag, per evitare le invalicabili ramaglie poste sulla stessa all'altezza del confine che non dovrebbe esistere più.
Giunti finalmente sulla Parenzana la seguiamo fino ad un aereo arco che scavalca l'autostrada portandoci nel parcheggio di un'industria, usciti dal quale gireremo a sinistra per seguire la strada verso Dekani, abbandonando così la ciclabile.
Passata Rizana gireremo a destra seguendo le indicazioni per Gracisce e Socerga dove è posto il valico con la Croazia, praticamente a Buzet-Pinguente.
Dopo la svolta a destra verso Gracisce inizia la prima delle molte salite che ci attendono oggi.
...Salite?!? Ma se non ci sono montagne in Istria!!!!
Iniziamo a renderci immediatamente conto che questi “saliscendi” rallentano la nostra marcia.
Buzet incarna un po' la tipica cittadina arroccata su di un cocuzzolo, piuttosto comune in tutta la penisola, ma che qui riveste un notevole interesse turistico.
Le previsioni meteorologiche non sono tranquillizzanti ma nemmeno negative...ma si passa per Lupoglav!
Ovviamente non potrà piovere sempre a Lupoglav ma la nostra personale statistica si avvicina terribilmente al 100% delle volte.
Già da Trieste le nuvole si addensano minacciose nella sua direzione...e Lupoglav non perdona.
Per nostra ”fortuna” una sosta per la riparazione alla gomma posteriore della mia amata (donna, non bici) presso una fermata d'autobus ci ha concesso una vestizione antipioggia all'asciutto.
Indubbiamente un temporale estivo della durata di qualche ora con temperature autunnali non ti fa ritenere la bici il miglior mezzo per una vacanza ma, non pensandoci troppo e dimenticandosi delle mani e dei piedi ghiacciati, anche perché non li senti più, non è proprio così male come potrebbe sembrare...
Usciti da Lupoglav, la strada si restringe considerevolmente e dopo un passaggio a livello andiamo a destra, verso Boljun, altro borgo che dà un senso alle nostre fatiche.
Il traffico dei mezzi pesanti è sempre fastidioso ma con la pioggia diventa ancora più pericoloso per cui cerchiamo strade secondarie.
La nostra intenzione era di arrivare a Vozilici passando per Nova Vas su di una stradina che sulla carta sembra più pianeggiante della strada normale ma abbiamo perso la deviazione.
L'arrivo a Labin-Albona ci riporta il buon umore per la fine delle fatiche quotidiane nonostante una deviazione per lavori in corso in una palude di fango come solo le strade dell'Istria possono diventare con la pioggia.
...ma dove sono le strutture ricettive da noi immaginate e i cartelli “zimmer frei”?
Non c'è niente, né stanze né alberghi, niente!
Le uniche 4 stanze esistenti, arroccate in cima a una salita in pavè, scalata dopo 5 ore di sella, sono già tutte occupate.
Peccato, la vista sull'isola di Kres-Cherso e sul golfo del Kvarner-Quarnaro è strepitosa, le forze sono quello che sono...ma bisogna proseguire!
Ovviamente dopo aver raggiunto il cocuzzolo di Labin ci aspetta la discesa, bagnata e a tratti nel bosco, che ci fa desiderare scarpe e guanti asciutti e soprattutto freni a disco.
Finita la discesa abbiamo modo di scaldarci sulla successiva salita!
Passato il paesino di Barban, si scollina e la strada inizia a essere un veloce falsopiano verso Pula.
Nonostante l'ebbrezza della velocità la fermata alla prima locanda non è mai stata in discussione.
Il bilancio della giornata ciclistica vede 6 ore e tre quarti di sella con più di 1600 metri di dislivello in salita, trascorsi in parte sotto la pioggia e al freddo...che bei momenti.
Il prezzo della stanza, deciso al momento, dopo aver letto la disperazione nei nostri occhi, mi è sembrato un po' caro, del resto, come ci ha spiegato il proprietario dell'attività, se le tasse pagate in Istria restassero lì sarebbe una piccola Montecarlo...per i prezzi siamo sicuramente d'accordo!
La mattina dopo il sole regna solitario nel cielo.
Visto che siamo nettamente in anticipo con la tabella di marcia di giornata, decidiamo di deviare verso la costa, imboccando una salita che ci sfida proprio di fronte alle nostre finestre e che va verso Krnica e da lì prosegue verso Medulin.
Parlandone con l'albergatore, dopo qualche attimo di perplessità dovuta al fatto che secondo lui la strada da noi scelta è in realtà una sterrata, ci rassicura perché in mountain bike non ci sono problemi.
Boh?!?
Ovviamente aveva ragione lui e torto la nostra mappa, o meglio chi l'ha detto che una strada debba essere asfaltata per essere definita tale? In Istria evidentemente nessuno!
Dopo un bel percorso tra campi in fiore, viti e ulivi e ovviamente migliaia di cartelli zimmer frei visto l'avvicinarsi del mare, siamo arrivati a Kavran, dove inizia una sterrata ampia ma alquanto sconnessa, non particolarmente entusiasmante con i bagagli, che con una lunga discesa si porta sul mare per poi allontanarsene con una altrettanto lunga salita.
Non preoccupatevi troppo se nel percorrerla un'ombra assordante dovesse calare su di voi, siete sulla rotta di atterraggio dell'aeroporto di Pula.
In Istria come scopriremo a nostre spese, vengono considerate strade molte sterrate, che hanno messo alla prova i nostri mezzi, ma che danno anche quella sensazione di selvaggio ed avventura che l'asfalto difficilmente fa provare.
Passando per Medulin ci torna alla mente il riferimento a Montecarlo viste le ville ed i condomini che ne hanno snaturato l'aspetto.
Questo ci dice due cose, la prima è che stiamo diventando vecchi ed iniziamo a essere nostalgici dei nostri ricordi, la seconda è che i turisti dell'est non hanno questo tipo di problemi...
Decidiamo di proseguire fino a Premantura, abbandonare il bagaglio in stanza e dedicarci all'esplorazione del parco di Kamenjak anche se le ruote stradali regalano qualche brivido.
Visto il sole approfittiamo anche per un po' di tintarella e solo il vento, sempre presente in questa zona, ci fa desistere dal tentare il primo bagno della stagione.
Premantura o meglio il suo parco, ha un fascino particolare, che si apprezza specialmente fuori stagione, con temperature più fresche, potendo sfruttare quasi in solitaria le sterratone principali di un biancore accecante, i sentierini per bici e pedoni, il verde della macchia mediterranea punteggiato dagli squillanti colori dei fiori.
Imperdibile.
Imperdibile anche la sosta al mitico Safari bar vera chicca del posto!
La notte, tra zanzare e ustioni da “abbronzatura”, non passa proprio tanto tranquilla.
Il programma del terzo giorno prevede il passaggio a Pula e la risalita della penisola lungo la costa occidentale.
Fatte le foto di rito con le bici sotto al “colosseo” istriano iniziamo a dirigerci verso Fazana per proseguire poi verso Barbariga.
Ci troviamo di fronte all'arcipelago delle Brioni, isole che Tito aveva eletto come dimora di rappresentanza e che adesso sono visitabili anche dai comuni mortali.
Arrivati a Barbariga, dopo aver passato un po' di tempo a perderci siamo riusciti a trovare la sterrata giusta per andare a Bale, altra cittadina arroccata un po' più all'interno.
A proposito, se qualcuno si trovasse da queste parti e non volesse girare a vuoto su stradine sterrate chiuse da cancelli, basta seguire le indicazioni per la konoba Danjela e prendere la sterrata che parte a fianco del faro, attrazione turistica del suo parcheggio.
Anche questa sterrata è ampia e non particolarmente ben tenuta.
Dopo parecchi chilometri di sterrata siamo arrivati sul set di un film vicino ad una villa nel nulla, dove si girava la scena in cui due attrici poco vestite, una bionda e una mora (Striscia la notizia docet), si incontravano per poi andarsene assieme...si ok, ma dove?!
Dopo altri chilometri di sterrato siamo sbucati sull'asfalto nei pressi di un campeggio e abbiamo iniziato la salita verso Bale.
Lungo la strada abbiamo trovato due serpenti, di preoccupanti dimensioni, il primo morto mentre il secondo era vivo e vegeto per cui è consigliabile fare attenzione.
Da Bale a Rovinj-Rovigno la strada non presenta particolari asperità e il costante afflusso di pullman e macchine straniere confermano la fama di grande attrazione turistica.
Le vestigia veneziane sono notevoli e le pietre consumate che lastricano le erte della città vecchia, trasudano storia.
La strada verso il Limski Kanal è un lungo falsopiano in salita privo di emozione.
Il Limski Kanal propone, nel nostro senso di marcia, una discesa al 10% e una salita al 6%, trafficate e con mezzi pesanti poco rispettosi della nostra fatica.
Da Vrsar-Orsera, passando per Funtana fino a Porec-Parenzo e oltre, è tutto un susseguirsi di villaggi turistici, campeggi, alberghi e parchi a tema, ma la stagione non è ancora iniziata e per trovare da dormire a Porec dobbiamo faticare non poco.
L'idea di base di questo tour era percorrere la Parenzana, la vecchia ferrovia a scartamento ridotto che nei primi del 1900 collegava Trieste con Parenzo.
Molti chilometri non esistono più ma la parte tra Vizinada e il confine con l'Italia sono ciclabili e ripercorrono abbastanza fedelmente il vecchio percorso ferroviario, tunnel e cavalcavia compresi.
La strada che prendiamo per Vizinada passa per zone collinari coltivate a ulivo e vite e può ricordare i tipici paesaggi toscani e passa per Antonci, Vrznaveri, Bacva dove c'è il bivio da prendere a sinistra per andare a Visnjan.
Da Visnjan si continua la salita e si seguono le indicazioni per Vizinada.
Giunti a Ferenci ci facciamo illudere da un cartello che dà sì indicazioni per la Parenzana, portandoci però per una ripida salita sterrata, un tratturo dal pessimo fondo e un'infida discesa, dove solo una smisurata fortuna ci evita disastrose cadute.
Con la mountain bike non ci sono grossi problemi, a parte i cavi metallici posti sul percorso..., coi bagagli o con bici normali è meglio stare sulla strada asfaltata.
Le piste ciclabili in Austria offrono meno problemi di orientamento e risultano essere così molto più semplici, sicuramente il fascino dell'esplorazione qui è più stimolato...
Il percorso della Parenzana è interessante e senza bagagli sarebbe anche molto più divertente, facendo comunque attenzione alle macchine che ci passano...ma non era ciclabile?!
La galleria sotto Motovun-Montona è buia come la notte nera per cui è meglio arrivare organizzati...
Motovun merita una visita sia per le bellezze architettoniche che per la vista di cui si gode da lassù.
A Livade, dopo la sosta pranzo, riusciamo a mancare la deviazione per la Parenzana continuando a seguire la sterrata verso Porte Ponton, in un ambiente bucolico e col solo rumoreggiare di rane e anatre a farci compagnia.
Il solo lato negativo di questa soluzione è l'interminabile salita sterrata che da Porte Porton porta a Groznjan- Grisignana.
L'ombra latita, il biancore della sterrata è accecante e il paese sembra sempre più distante...io ho visto anche una Madonna...spero ci sia sul serio!
Anche Groznjan e posizionata su di un belvedere naturale da cui si gode di una splendida vista della costa.
Da qui la Parenzana continua su asfalto fino a Peroj e poi con una breve discesa sterrata piuttosto ripida che si stempera in un falsopiano, prima nel bosco e poi all'aperto su un altopiano, dove le pecore ci salutano con i loro belati.
Qui la sensazione di libertà regalataci dalla bici è veramente unica, probabilmente in salita non sarebbe la stessa cosa.
A Buje-Buie riperdiamo la ciclabile e così ci portiamo verso il valico confinario di Plovanija/Secovlje-Sicciole su strada asfaltata.
Passato il confine riprendiamo la ciclabile che ci porterà nuovamente a Rabuiese, passando per Lucjia, Izola e Koper-Capodistria.
Ormai Koper è un gigantesco centro commerciale con una viabilità da raccordo autostradale e le ciclabili sono a tratti interrotte per i lavori, riusciamo comunque, a raggiungere la pista dei go-kart da dove riparte la ciclabile verso Trieste.
Riuscire a sistemare tutto il percorso della vecchia ferrovia Parenzana (quasi 130 km) non mi sembra cosa realizzabile facilmente, ma per valorizzare “il sentiero dell'amicizia “ basterebbe migliorare le condizioni di quello che è già stato recuperato e la decina di chilometri già finanziati che mancano in territorio italiano.
23 ore in sella, più di 400 chilometri, parecchi dei quali su sterrato e quasi 3000 metri di dislivello in salita sono stati un test probante per mezzi e attrezzature e forse anche per noi...
Andare in giro contando sulle proprie forze fa assaporare le cose in modo diverso, c'è più fatica, c'è più tempo per guardarsi in giro e veramente il viaggio diventa la vacanza e le fermate sono funzionali a quest'ultimo.
L'Istria con la sua rete di strade secondarie e sterrate, luoghi impervi ricchi di fascino, laghi e corsi d'acqua, cittadine arroccate sui cocuzzoli, incarna alla perfezione il terreno d'elezione per questo genere di vacanza, nonostante la scarsità di strutture turistiche al suo interno.
La sorpresa più grande è stata la mancanza di offerta turistica a fine Maggio anche sulla costa che vive quasi esclusivamente di questo, boh?!?
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